È arrivato il giorno in cui tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, Italia compresa, chiudono un’era dettata da consumismo e inquinamento causato dalla plastica usa e getta.

A partire dal 3 luglio 2021 entrerà in vigore la direttiva SUP (Single Use Plastic) che impone il divieto di produzione e utilizzo di una lista di prodotti in plastica monouso.
Ai sensi dell’Articolo 3 della Direttiva SUP, con la terminologia prodotto di plastica monouso si intende il prodotto fatto di plastica in tutto o in parte, non concepito, progettato o immesso sul mercato per compiere più spostamenti o rotazioni durante la sua vita essendo rinviato a un produttore per la ricarica o riutilizzato per lo stesso scopo per il quale è stato concepito”. 

Si tratta, quindi, per la maggior parte di prodotti usa e getta che frequentemente vengono trovati sulle spiagge e nelle acque marine, inquinando la flora e la fauna acquatica.

 

Lo scopo della direttiva 

La disposizione che è stata approvata nel 2019 ha come scopo la riduzione della mole di rifiuti plastici, in particolar modo nelle acque, entro il 2025 di almeno il 50%; entro il 2030 dell’80%.

Dal 3 luglio, per alcuni prodotti sarà ufficialmente vietata l’immissione sul mercato in quanto esistono già delle alternative economicamente accessibili (come ad esempio i bastoncini cotonati, vietati in Italia ormai dal 2019, oppure piatti, posate, cannucce e così via). Questa prima tranche di prodotti rappresenta circa il 70% dei rifiuti di plastica presenti in mare.
Per la restante parte di prodotti, invece, come attrezzi di plastica o salviettine deumidificanti, saranno previsti degli obblighi di etichettatura e dei regimi di responsabilità estesi; il principio è “chi inquina paga”.  

Tra i settori maggiormente in difficoltà troviamo quello alimentare che dovrà riprogrammare il packaging per i propri alimenti: è permesso solo l’uso di carta o plastica biodegradabile al 100%.

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Problemi causati dai rifiuti di plastica nell’Oceano

Secondo i dati forniti dal Servizio di ricerca del Parlamento Europeo, fino ad oggi, questi elencati di seguito sono solo alcuni dei problemi causati dai rifiuti di plastica nell’Oceano:

Vita marina

Il principale ostacolo nella vita quotidiana degli abitanti di mare e oceano è la plastica. Gli animali restano intrappolati oppure ingeriscono materiali plastici, ciò li espone a sostanze chimiche e spesso ne causa la morte. In più, un quantitativo di plastica smisurato ne provoca anche la degradazione dell’habitat.

Salute umana

Ebbene sì, anche l’uomo è vittima delle sue stesse azioni. La nostra catena alimentare di fatto è esposta a sostanze chimiche che ingeriamo, dunque, ridondante, ma molto esplicativo “siamo quello che mangiamo”.

Economia

L’Unione Europea ha stimato un costo dei rifiuti marini, tra 259 e 695 milioni di euro. Principalmente a svantaggio di due settori: ittico e turistico.

Clima

Facendo un paragone in termini di emissioni di CO2, riciclare 1 milione di tonnellate di plastica, equivale a togliere dalle strade 1 milione di auto!