Si sono tenuti, durante il consueto appuntamento riminese di Ecomondo, gli Stati Generali della Green Economy che, nella loro giornata conclusiva hanno portato come risultato un decalogo di proposte necessarie per avviare l’Italia sulla strada green e attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione. Secondo gli esperti riuniti in assise, dunque, occorre partire innanzitutto dall’accordo di Parigi da integrare, poi, con una Strategia Energetica Nazionale con orizzonte 2030 che miri a ridurre gas serra (-50% rispetto il 1990), consumi energetici (-40% rispetto lo scenario tendenziale) e dipendenza da combustibili fossili (soddisfacendo il 35% dei consumi finali con energia rinnovabile) da finanziare con un fondo sostenuto da una carbon tax e dalla riallocazione dei sussidi dannosi all’ambiente.

Occorre poi sostenere l’impegno dell’Italia per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile e le politiche finanziarie e fiscali in direzione green. Particolare attenzione va rivolta alle imprese con indicazioni che riguardano la promozione di strumenti di contabilità non finanziaria per indirizzare esse stesse alla valorizzazione del capitale naturale, con azioni che puntino al potenziamento degli strumenti per lo sviluppo delle start up green, anche attraverso la semplificazione dell’iter burocratico, e al miglioramento e alla diffusione del marchio “made green in Italy” nell’agroalimentare. Il decalogo propone infine una maggiore incisività in termini normativi, sostenendo una rapida definizione e il recepimento del nuovo pacchetto delle direttive europee sulla circular economy per i rifiuti e la promozione e l’estensione del Green Public Procurement.