La sostenibilità è un futuro realizzabile a partire dalla responsabilità, dalla solidarietà e dalla condivisione, di ciascuno di noi.
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Vivere in modo sostenibile significa pensare in modo circolare: i beni e le risorse non possono essere sprecati e uscire dal ciclo produttivo ma devono essere recuperati e adattati a nuovi usi e bisogni.
Insomma, alla base della sostenibilità, c’è la filosofia di un’economia che si autorigenera, che reintegra e valorizza le risorse naturali, i materiali e i beni di uso quotidiano. Questo modello di economia si chiama economia circolare.
Che cos’è la Second Hand Economy
Uno dei principi base del pensiero circolare è la second hand economy ovvero il recupero e la compravendita dell’usato: la parola d’ordine è riuso di tutto ciò che finirebbe in discarica. Tutto può essere recuperato e con vantaggi sia in termini di riduzione degli sprechi che in termini di risparmio economico.
L’economia basata sui beni di seconda mano è una pratica sostenibile che permette di evitare l’immissione in atmosfera di una grandissima quantità di CO2: solo nel 2017, grazie alla compravendita dell’usato, sono state risparmiate al pianeta e all’aria che respiriamo 6,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
La pratica dell’usato conquista sempre più persone e sta favorendo la nascita di piccoli consorzi di artigiani e aziende che hanno fatto del recupero e del riuso la loro filosofia: vecchi computer, telefoni cellulari, piccoli elettrodomestici, articoli per l’infanzia, abiti e scarpe. Tutto può essere rigenerato e rivenduto.
- Come evitare sprechi grazie alla Second Hand Economy
- La Second Hand Economy in Italia
- Second Hand Economy e abbigliamento: un caso di successo
Come evitare sprechi grazie alla Second Hand Economy
Siamo sempre più consapevoli dei danni che la disattenzione nei confronti dell’ambiente ha causato al pianeta e sempre più persone sentono di voler contribuire concretamente alla salvaguardia del pianeta.
La scelta di una vita sostenibile passa per piccoli gesti quotidiani come acquistare in modo consapevole e consumare in modo responsabile.
Che si tratti di cibo o di qualsiasi altro genere di bene, si cerca di comprare solo quello che serve, evitando sprechi di risorse naturali ed energia.
La Second Hand Economy è una pratica che rientra in questo pensiero sensibile nei confronti dell’ambiente e delle persone, soprattutto delle generazioni future che rischiano di non poter soddisfare i loro bisogni primari.
La Second Hand Economy in Italia
Secondo un recente sondaggio, la Second Hand Economy coinvolge circa il 50% degli italiani sotto i 45 anni che vendono e acquistano beni di ogni tipo, automobili, arredamento, elettronica e abbigliamento.
Lo fanno perché credono nel riuso, perché vogliono proteggere l’ambiente, perché credono che sia un modo intelligente di dare nuova vita a cose che non si utilizzano più, perché acquistare “nuovo” è un inutile spreco di risorse.
Ogni bene nuovo che acquistiamo ha un impatto sull’ambiente, dall’estrazione della materia prima al processo di dismissione; ogni volta che acquistiamo usato contribuiamo concretamente a ridurre quell’impatto. L’usato è un piccolo gesto di straordinaria importanza nei confronti del futuro di tutti.
Ora scopriamo insieme un settore dell’usato che sta riscuotendo davvero tanto successo e che ci ricorda come proprio i piccoli gesti possano fare la differenza nella lotta all’inquinamento e al degrado della natura.
Second Hand Economy e abbigliamento: un caso di successo
Compriamo una quantità enorme di vestiti, circa 80 miliardi di capi di abbigliamento ogni anno, l’85% di questi vestiti finisce in discarica e solo l’1% viene riciclato. Al settore della moda sono da attribuire il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica e gas serra. Ancora, le coltivazioni di cotone determinano il 35% dell’uso di insetticidi e pesticidi.
Questo significa che vestirsi sta diventando un problema ambientale: si produce tanto, si inquina tantissimo e poi si butta via praticamente tutto.
La soluzione è cominciare a ripensare anche il vestire nell’ottica della sostenibilità e moltissime persone lo stanno già facendo, acquistando consapevolmente nel rispetto dell’ambiente.
Il futuro della moda, insomma, è nell’usato e i dati lo dimostrano: nel 2018, il volume del mercato degli abiti usati negli USA è stato di 24 miliardi di dollari e anche in Italia, le persone dimostrano una crescente sensibilità nei confronti degli abiti usati per un volume di affari che si aggira intorno ai 20 miliardi di euro: si compra soprattutto nei mercatini e sulle piattaforme online e le aziende che si sono specializzate nel settore sono quasi 4000 con oltre 10 mila occupati.
Oltre alla compravendita, un altro importante fenomeno legato al riciclo di abiti è il modello HUMANA People for People Italia Onlus: il ricavato della vendita di abiti usati viene utilizzato per realizzare progetti di solidarietà nei paesi in via di sviluppo.
La sostenibilità è una visione del mondo dove consapevolezza, responsabilità, partecipazione e solidarietà non possono fare l’una a meno dell’altra; un nuovo paradigma sociale, economico, e soprattutto umano, che ci mette in relazione con gli altri e con tutto quello che ci circonda.
Se abbiamo scelto di vivere in modo sostenibile sono davvero molte le cose che possiamo fare concretamente ogni giorno per costruire un futuro migliore per tutti; scopri come e leggi le 10 cose che tutti possono fare per la sostenibilità.
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