Plastica recuperata grazie alla Legge salvamare 

Da qualche giorno è entrata in vigore la Legge 17 maggio 2022, n. 60, detta “Legge Salvamare”. Si tratta di un provvedimento che darà molta soddisfazione a chi ama l’ambiente: l’Italia ha finalmente fatto un passo avanti nella salvaguardia dei nostri ecosistemi marini e acquatici.

Per esempio, le “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare” permetteranno ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata accidentalmente con le reti, permettendo poi alle autorità portuali di riceverla in apposite isole ecologiche e riciclarla.

Sembra una soluzione ovvia e banale, vero? Eppure fino ad oggi quest’azione era considerata un reato di trasporto illecito di rifiuti e i pescatori erano costretti a Ributtare la plastica in mare! 

Non solo il mare ma anche laghi, fiumi e lagune 

Questa legge non si limita solo a dare uno strumento in più per risanare l’ecosistema marino e quello di laghi, fiumi e lagune. Gli altri obiettivi, infatti, sono promuovere un’economia circolare, sensibilizzare la società con l’obiettivo di prevenire l’abbandono di questi rifiuti, e lanciare una serie di iniziative per raccogliere in maniera proattiva la spazzatura galleggiante. Per esempio, le associazioni di diving, di pescatori e gli stabilimenti balneari verranno incentivati a organizzare la pulizia delle acque. Altri passaggi sono dedicati alle autorità locali come Regioni, Province e Comuni, che si preoccuperanno di coordinare queste iniziative e avranno fondi per sperimentare nuovi metodi di raccolta e pulizia alle foci dei fiumi e sulle spiagge. 

 

Cosa sono i RAP e i RVR 

Proprio per favorire queste iniziative la Legge Salvamare ha introdotto le definizioni di “rifiuti accidentalmente pescati” (RAP) e “rifiuti volontariamente raccolti” (RVR). Adesso i rifiuti accidentalmente pescati verranno considerati allo stesso modo di quelli prodotti dalle navi e potranno essere consegnati gratuitamente all’impianto portuale di raccolta. I rifiuti volontariamente raccolti invece sono tutti i materiali recuperati tramite campagne di pulizia di mare, laghi, fiumi e lagune oppure tramite sistemi di cattura innovativi, che saranno implementati e potenziati anche grazie a questa legge, che stabilisce una serie di fondi per premiare chi tiene le acque pulite. 

La plastica rilasciata nelle acque è una preoccupazione planetaria e l’Italia vuole farsi leader nel risolvere questo problema; una situazione che la tocca da vicino per la ricchezza dei suoi mari e dei suoi innumerevoli corsi d’acqua. 

Il Mediterraneo a rischio 

Il Mediterraneo, infatti, essendo un mare semichiuso è molto esposto ai danni causati dai rifiuti.  Al suo interno si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata in un ambiente marino, vale a dire 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato. 

La maggior parte di questi rifiuti è prodotta principalmente da 3 paesi: l’Egitto, che rilascia il 32% della plastica che finisce in mare, l’Italia, “colpevole” del 15% dei rifiuti e la Turchia, che ne immette il 10%. Queste microplastiche vengono ingerite da oltre 134 specie marine tra cui 60 specie di pesci, 3 specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini.

È un problema ambientale che però riguarda direttamente anche noi esseri umani, perché queste sostanze rimangono nella catena alimentare! 

Ecco perché questo provvedimento rappresenta sia un grande risultato per chiunque ami l’ambiente acquatico e marino, che un passo avanti nella protezione della salute di tutti.

Un provvedimento nello spirito di PLT puregreen, perché ha cura dell’ambiente non solo con le parole ma premiando l’impegno individuale e l’azione sul territorio, garantendo una serie di incentivi concreti a chi si mette in gioco in prima persona per pulire il Pianeta!