Il settore energetico europeo per il quarto anno di fila sceglie e supera tutte le altri fonti, fossili e rinnovabili. Tra nuovi impianti, operazioni di repowering e compravendite di progetti, il mercato eolico europeo ha sollevato ben 43 miliardi di euro, ennesimo record dopo la performance del 2015, quando aveva toccato quota 35 miliardi.

E’ quanto confermano i dati contenuti nel report Financing and investment trends, pubblicato da Wind Europe (ex EWEA). Il documento evidenzia essenzialmente due aspetti del mercato eolico europeo: gli impianti a terra stanno progressivamente lasciando il passo alle centrali offshore e il passaggio dai FiT nazionali al meccanismo delle aste sta rallentando l’attività nei mercati principali.

I flussi d’investimenti nel 2016 sono stati particolarmenteconcentrati a livello geografico: il Regno Unito, la Germania, il Belgio e la Norvegia si sono spartiti tra loro l’80 per cento della “dotazione finanziaria” dello scorso anno.

Nel dettaglio, l’industria del vento UK si è aggiudicata il primo posto con ben 12,7 miliardi di euro destinati a nuovi progetti onshore e offshore, seguito dalla Germania con 5,3 miliardi di euro.

Per l’Europa meridionale e orientale non sembra esserci partita a causa dei molti (troppi) vincoli regolamentari che di fatto rendono tali Paesi meno allettanti per gli investitori.