È stato definito da Bloomberg il “China deal”, cioè l’accordo firmato dall’Islanda con la Cina sul tema delle energie rinnovabili. La nazione del Sol Levante acquisirà tecnologie e know how dalla piccola isola europea in cambio di 250 milioni di dollari, con il dichiarato obiettivo di specializzarsi nel campo dell’energia geotermica.
D’altronde l’Islanda, nazione in cui si contano oltre 100 vulcani, è leader mondiale per competenze nell’energia geotermica, dato che nel corso degli anni ha saputo sfruttare al meglio la sua fonte di energie rinnovabili.
L’origine dell’accordo tra Cina e Islanda non è recente: già nel 2002, infatti, ci fu il primo incontro tra alcuni emissari cinesi, che si recarono sull’isola, ed i tecnici islandesi per approfondire le loro conoscenze in geotermia. Con il “China Deal”, dopo 16 anni, ecco formalizzato l’accordo tra le parti in questione, ossia nello specifico l’Arctic Green Energy e la Sinopec Green Energy: il governo cinese elargirà 250 milioni di dollari, sotto forma di prestiti ottenuti dalla Asian Development Bank, ed in cambio la joint venture islandese cederà tecnologie e conoscenze per lo sfruttamento dell’energia geotermica.
Al momento la quota di mercato della Arctic Green Energy nel mercato geotermico cinese (escluse le pompe di calore) è del 35% ma, basandosi sulla domanda che arriverà dall’Asia dopo l’accordo, AGE prevede di quintiplicare i suoi clienti nel giro di tre-quattro anni.
Ed il China Deal per le energie rinnovabili influenzerà, secondo le stime effettuate, le vite di 15 milioni di persone a Xiong’an, area a sud-ovest di Pechino, creata da Xi Jinping.
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