Cosa fanno le famiglie per ridurre i consumi energetici domestici? E come si differenziano i comportamenti sostenibili all’interno dello stesso nucleo familiare?
Ce lo racconta lo studio “L’energia tra valori individuali e comunitari”, realizzato dall’Università Statale di Milano e il Dipartimento Unità Efficienza Energetica di Enea.
L’analisi è stata condotta su un campione di residenti in Lombardia esaminando azioni e interventi messi in atto negli ultimi cinque anni per ridurre la propria bolletta energetica. In particolare, lo studio evidenzia come all’interno di un unico nucleo familiare spesso convivano diverse subculture energetiche, derivanti da variabili come genere, età, tipologia di abitazione e impegno sui temi della sostenibilità.
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Sono infatti le donne a manifestare i comportamenti energetici più virtuosi, grazie alla maggiore percezione – rispetto al campione maschile – dell’impatto positivo delle azioni individuali, percezione che si traduce in pratiche quotidiane concrete.
Anche l’età è una variabile che incide sull’attitudine alla sostenibilità: il rapporto Enea ha evidenziato infatti una maggiore adesione a un’etica sostenibile e un’apertura più ampia al cambiamento da parte della fascia di età 18-37 anni anche per quanto riguarda i temi della mobilità e della condivisione dei servizi. Tra gli over 78 invece prevale un’attenzione di carattere economico nel minimizzare gli sprechi di acqua ed elettricità.
Inoltre, le famiglie “ad alta sostenibilità” – ovvero, quelle che dichiarano un approccio valoriale più orientato alla salvaguardia ambientale – manifestano la tendenza a dotarsi di un numero inferiore di apparecchi ed elettrodomestici.
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Cambiano i comportamenti anche tra chi vive all’interno di condomini e chi risiede in abitazioni indipendenti. I primi sono più favorevoli a una minor presenza di elettrodomestici e a consumi più orientati all’innovazione. Atteggiamento in parte dovuto alla metratura più ridotta delle singole abitazioni, alla possibilità di condividere i sistemi di riscaldamento e alla distribuzione geografica dei condomini, decisamente più diffusi nei grandi centri urbani.
Inoltre, sono questi ultimi ad essere in prima fila in attività orientate alla riduzione dei consumi: il 59% degli intervistati ha indicato di aver effettuato almeno un intervento per risparmiare energia negli ultimi cinque anni, contro il 21% di chi vive nelle abitazioni indipendenti, tra i quali però hanno più presa gli incentivi economici rivolti all’ ammodernamento o efficientamento degli impianti.
A conclusione del lavoro, i ricercatori hanno evidenziato come i cambiamenti comportamentali (behaviour change) hanno un ruolo di primo piano, oltre alla tecnologia, nella transizione verso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.