Inquinati e malnutriti

Una delle maggiori difficoltà che s’incontrano nel trattare ed informare sulle tematiche dell’inquinamento ambientale è riuscire a farlo fuori dalle astrazioni concettuali e portare la problematica nel quotidiano. Parlare di interazioni tra cambiamento climatico, cibo e salute significa portare la testimonianza concreta di come gli effetti del “climate change” interessino tutti e tutto, ogni aspetto della nostra vita.

 

Dal concetto all’esperienza

Il clima cambia e le sue alterazioni hanno conseguenze negative sulla produzione del cibo e sulla salute dell’uomo.

Il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici IPPC ha presentato un rapporto che indaga su cambiamento climatico e sicurezza alimentare: le condizioni di base che assicurano la sicurezza alimentare sono peggiorate e non solo in aree notoriamente critiche del mondo come l’Africa e l’Asia meridionale. Anche nell’area mediterranea, alcune coltivazioni tipiche come l’olivo, il pomodoro e la vite, stanno subendo alterazioni importanti. La relazione clima, cibo e salute riguarda due aspetti importanti: il primo è quello della qualità del cibo e l’altro investe la sua quantità e la sua reperibilità.

 

La qualità e la quantità del cibo che mangiamo

La qualità di ciò che arriva sulle nostre tavole è peggiorata: le concentrazioni di CO2 fanno crescere di più le piante ma abbassano il livello di proteine e minerali presenti, aumentano l’acidità delle acque degli oceani ed i crostacei, i molluschi e le alghe che mangiamo, possono diventare veicolo di batteri e virus pericolosi come quello del colera. Non solo, gli eventi metereologici estremi provocano un aumento della contaminazione del cibo da parte di batteri del genere Salmonella.

La frequenza dei disastri ambientali è anche la primaria causa riconosciuta nella riduzione della disponibilità del cibo, sia per quanto riguarda l’agricoltura che per la pesca: i dati parlano di una riduzione tra il 40% ed il 60% entro il 2050.

 

Alimenti a rischio

Quali sono? La rivista americana Good ha stilato un elenco di cibi e bevande che potrebbero sparire dalla nostra dieta:

  • Entro il 2030, il prezzo del pane potrebbe aumentare del 90% a causa della siccità e delle alluvioni che incidono sui raccolti di cereali.
  • Il caffè;
  • La produzione di cioccolato si sta riducendo a causa dell’innalzamento delle temperature e della difficoltà delle piante di adattarsi al nuovo clima troppo caldo.
  • Il miele a causa della moria delle api diventerà un alimento sempre più raro e prezioso.

 

La soluzione

Prestare attenzione ogni giorno al cibo è un modo per agire in prima persona nella lotta al cambiamento climatico che ne danneggia la produzione e il consumo. Le nostre scelte hanno un impatto sul futuro del pianeta e con piccoli gesti quotidiani possiamo sostenere produzione e consumo sostenibile. Basterebbe cominciare con il prediligere il territorio, le economie ed i prodotti locali rispettosi dell’ambiente e della salute dell’uomo.

 

Cosa fare per ridurre le emissioni di CO2

Ogni piccolo gesto può contribuire a salvare l’uomo ed il pianeta dall’inquinamento e dalla conseguente malnutrizione. Scegliere energia green da fonti rinnovabili che non immette CO2 nell’ambiente è un piccolo gesto per prendere la giusta strada della sostenibilità.

 

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