Cambiamento climatico, cosa ci aspetta

Il cambiamento climatico è un tema davvero molto caldo, da non sottovalutare. Noi di PLT puregreen abbiamo a cuore il futuro delle generazioni e la salute del Pianeta che ci ospita, per questo ci impegniamo ogni giorno per offrire una soluzione di energia 100% da fonti rinnovabili

Nel nuovo episodio del tour a zero emissioni di gas serra di SolarMoving.it abbiamo intervistato Luca Mercalli, climatologo e Presidente della Società Meteorologica Italiana. Come sempre, a bordo di Volkswagen ID.4 elettrica e ricaricata con energia rinnovabile di PLT puregreen. Capiamo qual è lo stato di salute del Pianeta, i problemi causati dal cambiamento climatico e perché dobbiamo scegliere di viaggiare con un’auto elettrica.

Aumento della temperatura media: siamo in una situazione di emergenza

La situazione di riscaldamento globale è preoccupante e il sentimento di paura deve spingerci a sentire questo allarme in maniera sempre più intensa. I problemi legati al cambiamento climatico e allo stato di salute della natura sono ormai noti da più di 40 anni, ma non abbiamo fatto nulla al momento giusto quando l’allarme era più tenue.

Non abbiamo (nel senso più ampio possibile di tutta l’umanità) agito quando era il momento giusto, anche quando la natura ha mandato i suoi messaggi di allarme attraverso fenomeni meteorologici, innalzamento del livello del mare, scarsità dei combustibili fossili. Marcando l’attenzione su questo ultimo punto, nel momento in cui ancora non siamo usciti dalle energie provenienti da fossili, siamo complici della malattia climatica.

 

Quanto tempo ci resta? Poco

Il tempo che ci rimane per moderare le emissioni di CO2 e attenuare gli eventi climatici, è pochissimo, parliamo di una decina di anni. Gli eventuali scenari possono essere di due tipi: uno prudente e uno catastrofico.

Scenario prudente

Il primo scenario, quello “prudente”, fa riferimento alle decisioni prese durante l’Accordo di Parigi con la richiesta di una rapidissima decarbonizzazione della società globale: uscire dalla dipendenza del petrolio e consumare di meno. Questa transizione dovrebbe riuscire a mantenere l’aumento della temperatura globale entro la fine del secolo a non più di 2 gradi.

Attenzione però! 1 grado lo abbiamo già preso e ce ne resta solo 1Da qui fino al 2100, quindi per i prossimi 80 anni, anche se noi facciamo il meglio possibile per ridurre l’impatto sull’atmosfera, comunque l’inerzia del malanno comporterà almeno 1 grado di risalita termica. Ad ogni modo, sono effetti minori rispetto ad una situazione in cui decidiamo di non fare nulla, la così detta situazione “Business As Usual”, ovvero quella catastrofica.

Scenario catastrofico

Lo scenario catastrofico prevede una situazione in cui non ci sono limitazioni economiche, non ci sono freni e si agisce come si è fatto fino ad ora. Questo porterebbe ad un incremento della temperatura di ben 5 gradi entro la fine del secolo. Stiamo parlando della peggiore ipotesi possibile, quella più catastrofica per le generazioni future.

 

Cosa dobbiamo fare?

Dobbiamo assolutamente seguire lo scenario prudente proposto dall’Accordo di Parigi e limitare il più possibile le emissioni di gas a effetto serra. In pochi anni il Pianeta si aspetta da noi un cambiamento radicale. Non possiamo continuare a pensare di voler crescere all’infinito in un Pianeta finito. O si cambia il sistema economico alla radice, oppure qualsiasi soluzione sarebbe solo uno spostamento temporale di una catastrofe climatica.

 

Energia rinnovabile e trasporto

L’ideale sarebbe sostituire tutte le necessità di spostamento con gli strumenti digitali, ad esempio piuttosto che prendere un aereo per fare una riunione, accendiamo il computer e ci colleghiamo da casa. In questo senso, la situazione perfetta sarebbe quella di scegliere, per spostarsi, l’utilizzo di un’auto elettrica ricaricata con energia rinnovabile. L’auto elettrica può dare vantaggi immediati sulla qualità dell’aria delle città e, ovviamente, anche sulla qualità di vita dell’essere umano poiché non respirerebbe più emissioni tossiche.

Rimane un punto di domanda il ciclo di vita delle batterie, dunque anche il riciclo. Per scoprire quale sarà la giusta strada da perseguire puoi cliccare qui e approfondire l’eccellente lavoro messo in pista da Volkswagen proprio sulla visione circolare della mobilità elettrica. 

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