È stata ufficialmente presentata la prima batteria a flusso organica per l’accumulo dell’energia rinnovabile. L’innovativa tecnologia, sviluppata dalla start up italiana Green Energy Storage, sfrutta nello specifico una molecola prodotta dalle piante durante la fotosintesi (il chinone, ndr) che si può facilmente estrarre dal rabarbaro e da altri vegetali e che risulta biocompatibile e a basso costo.

La nuova batteria è stata pensata per l’efficienza e il risparmio energetico di abitazioni, edifici commerciali e imprese e il brevetto è già stato acquisito dall’Università di Harvard. «Fin da subito abbiamo capito che si trattava di una sfida interessante quanto complessa – ha spiegato Salvatore Pinto, Presidente di Green Energy Storage -. La sua tecnologia innovativa veniva rappresentata da un prototipo della potenza di I Watt, ancora da ingegnerizzare e validare sul campo.

In un solo anno siamo riusciti a creare non un unico prodotto, ma una famiglia di batterie che parte da una capacità di 3kW per arrivare fino a 10kW e oltre». Le batterie a flusso organiche si inseriscono in un mercato caratterizzato da una crescita esponenziale che proseguirà anche nei prossimi anni. Secondo diverse stime del settore, nel 2015 la capacità produttiva delle fonti rinnovabili ha raggiunto una quota record di 660 gW.