Dopo la Groenlandia che fonde e la Siberia che brucia, ora tocca all’Australia.

Caldo estremo e cielo rosso fuoco: più di 200 incendi divampano ancora negli stati australiani di Victoria e del Nuovo Galles del Sud: migliaia di case distrutte, decine di vittime umane, evacuazioni di massa, milioni e milioni di ettari di terra bruciati e più di 450 mila animali uccisi dai roghi.

 

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Una catastrofe che lo scrittore australiano Richard Flanagan non ha esitato a definire, dalle pagine del New York Times, la Chernobyl dell’Australia: un durissimo colpo per le comunità umane che stanno vivendo una situazione di emergenza a causa delle vie di comunicazione interrotte che impediscono l’approvvigionamento di cibo, una tragedia ambientale con interi ecosistemi distrutti e forse persi per sempre.

 

Il cambiamento climatico è la causa degli incendi

Il cambiamento climatico c’entra: le temperature in aumento, il caldo estremo, i venti forti, la siccità e l’inaridimento sono la causa degli incendi che stanno devastando il continente australiano.

Molti studi scientifici dimostrano lo stretto legame che c’è tra incendi e riscaldamento globale: il caldo record diventa sempre più frequente, la vegetazione si secca e i roghi, alimentati dai venti forti, si propagano velocemente in modo difficilmente controllabile.

Nel solo mese di dicembre è stata registrata una temperatura media di 44° C e a Sidney il caldo ha raggiunto i 49°C, un caldo record alimentato dall’aria secca che batte da mesi i territori del sud-est australiano.

Media temperature australiane, 17 dicembre

Caldo Record in Australia

 

 

Cambiamento climatico, negazionismo climatico e industria del carbone

Malgrado il legame tra cambiamento climatico e incendi sia confermato da numerosi studi scientifici, anche l’Australia deve fare i conti con il negazionismo climatico del suo governo che rifiuta gli accordi internazionali e difende a spada tratta l’industria del carbone.

L’Australia è uno dei maggiori esportatori di gas e carbone e il Primo Ministro conservatore Scott Morrison, pur essendo consapevole della gravità del problema della crisi climatica, difende l’economia fossile; l’Australia è un territorio ricco di fonti rinnovabili, con aree vastissime e scarsamente abitate, ci sono tutte le condizioni ideali per passare a un sistema energetico rinnovabile e invece l’energia green copre solo il 10% dell’energia totale prodotta.

 

Gli incendi australiani sono l’ennesima prova degli effetti disastrosi del cambiamento climatico e le immagini che in questi giorni ci rimandano tg e giornali ricordano che non possiamo voltare le spalle al pianeta che scompare sotto i nostri occhi. Quello che possiamo fare per l’Australia, per l’Amazzonia, per la Groenlandia e la Siberia, per tutte le regioni colpite duramente dal cambiamento climatico, è cambiare il nostro stile di vita, fare buone azioni per l’ambiente a partire dalla nostra vita quotidiana, dalle nostre case. L’energia green prodotta da fonti rinnovabili è una di queste buone azioni che ciascuno di noi può fare per la vita sul pianeta, richiedi una consulenza gratuita e scopri come fare la differenza con l’energia pulita.

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