Luca-Mercalli-ClimatologoAbbiamo raggiunto telefonicamente Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, Presidente della Società Meteorologica Italiana (SMI) e direttore della rivista Nimbus, il più autorevole portale italiano della meteorologia e del clima.

Durante il lockdown il pianeta è davvero tornato a respirare?
Sicuramente le abitudini della quarantena hanno portato un miglioramento nei livelli di inquinamento dell’aria; abbiamo bruciato sicuramente meno petrolio per via del fatto che i trasporti sono stati congelati ma è un miglioramento che è durato poco perché siamo ritornati subito alle vecchie abitudini. Non dimentichiamo che questa parentesi è troppo breve rispetto ai tempi del pianeta per aver prodotto cambiamenti significativi.

La pandemia ci ha insegnato che c’è una stretta relazione tra salute dell’ambiente e salute dell’uomo e che quando questo equilibrio si rompe le conseguenze investono anche le nostre esistenze. Le crisi sanitarie e le crisi ambientali sono un fenomeno connesso che non possiamo scindere.
Sicuramente c’è un profondo legame tra la salute dell’ambiente e la salute dei suoi abitanti ma c’è anche una differenza sostanziale tra le crisi sanitarie come quella che stiamo vivendo e la crisi ambientale che riguarda il nostro pianeta: l’emergenza sanitaria può essere contenuta e in tempi più o meno brevi potrà essere risolta, al contrario, il cambiamento climatico è un processo destinato all’irreversibilità che avrà un impatto grave sulle nostre esistenze, aumento della temperatura terrestre, siccità fusione dei ghiacci perenni, innalzamento del livello dei mari.

Entro un secolo rischiamo che Venezia non esista più e finisca sommersa dalle acque. L’innalzamento del livello dei mari causerà flussi migratori di enorme portata, con tutti i rischi che ne conseguono per la salute.

Voglio farle un piccolo esempio di come il cambiamento climatico incida sulle nostre esistenze e sulla nostra salute: l’aumento della temperatura terrestre ha prodotto una proliferazione di insetti tropicali in zone dove prima non potevano diffondersi e alcuni di questi insetti sono vettori di malattie. Pensi alla zanzara tigre che è arrivata dal Vietnam e che può trasmettere malattie tropicali.

L’estate 2020 è stata un’estate “normale” come l’hanno definita alcuni e “anomala” rispetto alle precedenti? Glielo chiedo perché la percezione è che sia stata meno calda delle scorse estati.
In Italia l’estate 2020 è la tredicesima più calda su oltre duecento anni: quindi è stata appena meno calda rispetto alle precedenti ma comunque conferma l’andamento in crescita che abbiamo registrato negli ultimi trent’anni.

E i ghiacciai come se la sono cavata quest’anno?
Non abbiamo ancora misurato il livello di fusione dei ghiacci, è un intervento che si fa intorno alla metà di settembre. Una perdita ci sarà stata sicuramente, viste le temperature estive speriamo si tratti di una perdita più modesta rispetto agli anni precedenti.

Un’ultima domanda, riguarda il problema non di poco conto delle fonti di informazione scientifica. Ci consiglia i siti nei quali trovare informazioni e contenuti attendibili?
In generale le direi che i siti istituzionali e governativi, dietro ai quali c’è il lavoro e la ricerca di organizzazioni scientifiche, sono una buona fonte di informazione; nello specifico si possono visitare i siti regionali dell’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, il sito dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e poi Nimbus, il sito ufficiale della Società Meteorologica Italiana.