Il sistema energetico italiano, si legge nella Relazione del Ministero dello Sviluppo economico circa la situazione nazionale, si consolida in termini disostenibilità ambientale, efficienza e sicurezza degli approvvigionamenti. “Le fonti rinnovabili confermano il loro ruolo centrale nello sviluppo sostenibile del Paese – si legge nella nota -, anche in termini di ricadute occupazionali, e risulta raggiunto in anticipo l’obiettivo al 2020 in termini di incidenza delle rinnovabili sui consumi finali lordi di energia (17 per cento)”.

Tra i dati, spicca quello che sarebbe il sorpasso del gas (passato dal 32,6% al 34,3%)  sul petrolio (sceso dal, 34,6% al 34,2%) annunciato da qualche anno e sempre sfumato, dovuto però a circostanza particolari quali la crisi nucleare francese, che ha spinto molto i consumi di gas tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Si registra poi un lieve aumento del consumo delle fonti rinnovabili che passa dal 19,2% al 19,6%.

Nel 2016, a fronte di un incremento del PIL pari allo 0,9%, il fabbisogno energetico nazionale si è contratto dello 0,5%, determinando una flessione dell’intensità energetica nazionale. La quota delle importazioni nette rispetto al fabbisogno energetico nazionale, che indica il grado di dipendenza del Paese dall’estero, cresce lievemente passando dal 75,3% del 2015 al 75,6% del 2016.

“Il differenziale fra i prezzi dei carburanti in Italia e nell’Unione europea – continua la nota – rimane positivo, seppur in riduzione, sostanzialmente per effetto della diversa pressione fiscale: lo stacco tra prezzi industriali (cioè al netto della componente fiscale) italiani e quelli medi dell’Eurozona si è drasticamente ridotto nel corso degli ultimi anni. Per il gasolio diesel i prezzi industriali italiani sono più bassi di quelli dell’area euro. Tuttavia, al lordo delle componenti fiscali, il prezzo dei carburanti in Italia risulta superiore a quello dei principali Paesi europei”.